Le onde radio stanno alle radio libere come la carta sta al giornalismo. Senza onde radio, le radio libere non potrebbero trasmettere, e, naturalmente, non a caso, quest'area e' sempre stata completamente monopolizzata dallo Stato. Lo Stato, in ogni nazione del mondo, ha raggiunto l'esclusivo controllo e ha solo da poco concesso, soprattutto a causa dell'iniziativa privata all'interno del mondo degli affari, una parte di questa esclusiva sotto forma di Licenze di Utilizzo. Neppure i governi di sinistra attualmente al potere hanno optato per fare del media radiofonico un'area di comunicazione, e non semplicemente un'area di divulgazione di informazioni e altre cose che l'hanno sempre caratterizzata. Per questa ragione, le radio libere, oltre a chiedere la liberta' di espressione, qualcosa che potremmo dire essere stata raggiunta, almeno fino ad un certo punto, vogliono anche la liberta di trasmissione, che naturalmente comporta procurare alcune briciole dal controllo esclusivo delle frequenze da parte dello Stato. Noi ne vogliamo una fetta, in modo che la liberta di espressione possa divenire una reale possibilita'. Il concetto stesso di radio libera e' gia' un colpo per questa idea di sovranita' dello stato sulle frequenze, e le radio libere, infatti, non hanno chiesto la legalizzazione, ma piuttosto il semplice riconoscimento di un diritto di base: la cessione di una parte delle frequenze di trasmissione.
Qualcuno potrebbe dire che le radio libere nacquero a Parigi nel 1978 quando la Federazione Internazionale delle Radio Libere si formo' durante un incontro dell'Associazione per la Liberazione delle Onde Radio (ALOR) e della Federazione de Radio Emitenti Democratiche (FRED) che fini' per essre chiamata ALFREDO 78. Molti compagni spagnoli e catalani erano allo incontro che diede inizio alle prime esperienze di radio libere in Spagna in Catalogna nel 1978 con trasmissioni di Ona Lliure dapprima da Santa Maria de Corco, e poi da Barcellona (attualmente dal Centro Civico nella Calle de Blay en Poble Sec). Contrabanda, la radio con cui collaboro, si e' immersa nella filosofia delle radio libere. Contrabanda non e' una radio libertaria nel senso piu' stretto del termine. Con Contrabanda ci sono libertari, ma ci sono anche altri che potremmo definire vagamente Marxisti o persone che difendono le idee delll'indipendenza Catalana, dell'ecologia o del femminismo. Personalmente mi piace cosi'. Non condivido gli complessi di altri, ed e' una buona cosa che ci sia una larga varieta' di punti di vista in una radio libera come la nostra.
Contrabanda inizio' la sua corsa nel settembre del 1988 quando, durante un incontro di gente con diversi retroterra ideologici, diverse professioni e cosi' via, fu deciso di dar vita ad una Associazione Culturale legale con la palese intenzione di fondare una radio libera. La nostra prima mossa fu di trovare i locali da cui trasmettere, avere sottoscrizioni per ottenere una qualche minima entrata economica, comprare le attrezzature e mettere in pratica una serie di iniziative, dal vendere "buoni di solidarieta'" all'organizzare gite con cibo da noi fornito, con il proposito di aumentare le entrate. Un altro problema che causo ritardi per l'inizio delle trasmissioni fu l'approvazione della legge, nel dicembre del 1988, che permetteva al ministro di procedere con il suo piano per un completo repulisti delle stazioni libere e quelle pirata esistenti (che rifiutavano la pubblicita'). L'ultima ad essere chiusa fu Radio Pica. Dopo di cio', divenne estremamente duro persino solo considerare l'idea di organizzare qualcosa, nonostante il fatto che c'erano state chiamate d'ella per le radio libere in Spagna. Fu tutto invano. La nuova legge fini' semplicemente con il promuovere gli interessi delle compagnie provate e di settori dello stato, incluse le comunicazioni militari e cosi' via. Contrabanda, o meglio, il gruppo che all'epoca tentava di farla partire, decise che era inutile tentare con maniere forti, e per questa ragione inizio' trattative' con la Generalitat (il governo locale della Catalogna), e con gruppi al suo interno che potessero ascoltare con simpatia le richieste di liberta' di trasmissione. Si ritenne che senza questo dolce tentativo di approccio sarebbe stato impossibile trasmettere con un accettabile livello di qualita', dal momento che la proibizione era come una specie di spada di Damocle, sempre minacciosa, con sempre presente la possibilita' di una chiusura degli impianti come era accaduto a Radio Pica, e che quindi non sarebbe stato fattibile trasmettere liberamente. Questi negoziati durarono a lungo prima di dare come risultato, grazie alla petizione colletiva organizzata dalle stazioni radio e dal gruppo parlamentare Esquerra Republicana, che una mozione, non una legge fosse presentata al parlamento catalano, richiedendo il riconoscimento dell'esistenza, o del diritto di esistere delle radio libere, e, come risultato di questo riconoscimento, che il Governo della Generalitat ristabilisse legalmente questo diritto ad esistere. Curiosamente, o forse miracolosamente, questa mozione passo'. E dico miracolosamente perche' nella provincia Basca una petizione per un progetto simile presentato al parlamento Basco da Euskadiko Ezquerra fu rifiutata. La Generalitat, vedendosi costretta a legiferare sull'argomento, decide di stabilire un periodo di tempo di prova fino alla fine del 1990 che era ammissibile entro il intelaiatura della legislazione esistente. Cio' non era quello che le radio volevano ma deciseto lo stesso di accettare. Comnque, le autorita' identificarono 3 frequenze da rendere disponibili e che potevano essere utilizzate dalle radio libere. All'epoca ce ne erano 6 nell'area metropolitana; cosi' dividemmo le frequenze assegnate. Nel gennaio del 1991 Contrabanda FM inizio' le trasmissioni insieme con Radio Pica sui 91.0 FM per 24 ore al giorno: Contrabanda dalle 15:00 alle 3:00, e Radio Pica il resto. Questo ando' avanti sino a che Radio Pica si trasferi' sui 91.8. Contrabanda e' una radio autogestita. Lavoriamo dopo avere deciso in assemblee; i mezzi sono collettivi e tutti coloro che fanno i programmi hanno una voce e un voto nell'assemblea. Come dicevo prima, Contrabanda e' legalmente la voce di una Associazione Culturale, e tra le altre iniziative, abbiamo recentemente organizzato un Agenzia di Controinformazione. La nostra filosofia potrebbe essere definita come un crogiolo culturale. Da una parte mettiamo in chiaro che trasmettiamo in Catalano. Crediamo che la nostra lingua sia stata monopolizzata da certi settori della borghesia, cosi' da permettere di identificarle erroneamente l'una con l'altra. Il nostro scopo e' di usare la nostra lingua differentemente: non pura, non cosi' corretta grammaticalmente, ma dandole altra forza. Cosi' la nostra lingua e' il Catalano, e la nostra filosofia e' quella delle radio libere: dare vocea coloro che non hanno altro modo per farlo. Un certonumero di collettivi mette i programmi assieme. 36 o 40 sono prodotti 21 dei quali sono prodotti internamente, 9 da collettivi esterni e 6 da individui singoli. I radiogiornali costituiscono fino al 31% delle ore di trasmissione, la cultura il 14.6%, programmi musicali il 27%, e il resto e' musica non-stop. I collettivi coinvolti sono indubbiamente variegati: per esempio c'e' una trasmissione serbo-croata, un'altra chiamata Demanem la Paraula, un'ora africana - un programma fatto da alcune donne della Guinea - e l'Agenzia delle Notizie Alternative, che e' un altro gruppo libertario che lavora nel campo dell'informazione e produce due bollettini settimanali, con cui Contrabanda lavora strettamente su un progettto di radiogiornali alternativi. Poi c'e' "Il punto di vista degli Immigrati" fatto dagli immigrati Magrebini, il programma MOC (obiettori di coscienza), il Missile Rosso (gay). Tutto cio' e' quello che Contrabanda mette insieme per fornire uno spazio aperto a tutti quei collettivi che, altrimenti, non avrebbero altro modo per far sentire la propria voce. Il finanziamento, come ho detto prima, deriva in parte dai "buoni di solidarieta'", pagati da coloro che non sono necessariamente connessi con la realizzazione dei programmi. Costoro pagano circa 500 pesetas al mese. Comunque, affermo con certezza che il modo migliore per sostenere le radio libere e' sintonizzarsi e ascoltarle. in maniera da assicurare l'esistenza di un altro mezzo di comunicazione. Contrabanda e' operativa da meno di 3 anni. I primi anni sono stati impiegati, come e' naturale, per raffinare le nostre abilita' tecniche e ora ci consideriamo in ottima forma, sia internamente che esternamente. Siamo venuti fuori bene...
In un altro campo abbiamo messo insieme programmi speciali come, per esempio, durante l'ultimo sciopero generale dalle 5 alle 22 coprendo gli sviluppi dagli scalini di un grande magazzino! La Festa delle Donne, l'8 marzo, e' un'altra tradizione. Per finire, vorrei semplicemente dire che contiamo su di voi per aiutarci nei modi che abbiamo descritto. Se otteniamo sostegno dalla gente, allora non c'e' ragione per noi di perdere questo spazio che abbiamo trovato, come e' stato mostrato dall'esperienza di Radio Klara a Valencia, e altre nella provincia Basca. Tutti noi speriamo di celebrare il nostro decimo anniversario.